
La casa editrice Diastema (Associazione Diastema Studi e Ricerche) di Treviso, con il Patrocinio del Comune di Treviso e del Comune di Vittorio Veneto, organizza la prima edizione del concorso letterario intitolato al librettista Lorenzo Da Ponte, nato a Ceneda (Vittorio Veneto, TV), poeta di corte dell’imperatore Giuseppe II d’Austria e primo professore di letteratura italiana nella storia del Columbia College (attualmente Columbia University), la cui fama è legata soprattutto ai tre fortunatissimi drammi giocosi scritti per Mozart: Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte.
Il concorso ha lo scopo di promuovere e valorizzare testi narrativi che abbiano inequivocabili riferimenti e collegamenti con la musica, intesi nel senso più ampio: sono ammessi romanzi biografici o autobiografici, romanzi storici di ambientazione musicale, thriller, gialli e ogni genere contemplato dalla narrativa. I riferimenti musicali possono riguardare qualsiasi genere attuale o del passato.
Partecipazione gratuita
Primo premio: pubblicazione cartacea dell’opera
Alvise Filippo Stefani
Johann Allein
Anno Domini 1720. Di ritorno dalla città termale di Karlsbad al seguito del principe Leopold, il trentenne Johann Sebastian Bach scopre che durante la sua assenza da Köthen la moglie Maria Barbara si è ammalata, è morta ed è stata anche sepolta: un evento che svanisce nella biografia del musicista.
Il romanzo è una meditazione sul possibile dolore che deve aver permeato i giorni del giovane compositore.
Ripercorrendo la vita di Bach attraverso le selve della Turingia e della Sassonia, seguendolo sulle cantorie e nella solitudine di Köthen dopo la morte della moglie – prima e dopo l’evento che spacca l’estate del 1720 – nel reale e nell’immaginifico di cui si fa carico la sua musica, si cercherà di descrivere il comportamento di un uomo di fronte a misteri che ancor oggi affliggono il nostro presente tanatofobo, indagando le vie e i paesaggi musicali attraverso cui il giovane compositore è riuscito ad esprimere il suo dolore trasfigurandolo attraverso la sua arte e rendendo, infine, omaggio a Maria Barbara, lasciata troppo spesso nella penombra della morte prematura.
Alvise Filippo Stefani è nato nel 1994. Dopo la maturità classica consegue la laurea magistrale in Filologia e letteratura italiana presso Ca’ Foscari a Venezia. Come violinista ha collaborato con l’orchestra “Ecce gratum -Giovani Musicisti Veneti”, diretta da Francesco Pavan.
Appassionato del romanzo dall’Ottocento al contemporaneo è affascinato dai romanzi sperimentali della modernità e dalla poesia modernista di Eliot ed Ezra Pound. È fortemente interessato agli aspetti musico-simbolici e religiosi dell’opera di Bach.
Collana Talia
pp. 120
14 x 21 cm
€ 14,00
ISBN 9788896988664
Gabriele Raspanti
Sillabario di musica
Un libro – sottotitolato “Riflessioni e confessioni di un violinista” – che presenta al lettore ventitré brevi riflessioni incentrate su altrettante parole. Disposte in ordine alfabetico, queste offrono lo spunto per trattare argomenti che riguardano la musica colta, ma in realtà forniscono anche il pretesto per ampliare l’orizzonte, estendendo il campo d’interesse alla letteratura, all’arte e ai libri, che vengono chiamati in causa per suffragare i ragionamenti che si snodano di volta in volta, inanellati nel filo rosso della musica.
L’ordine alfabetico è la sola affinità che accomuna il libro a un dizionario tradizionale, perché l’esposizione ha un andamento assai più narrativo che pedagogico, una specie di racconto musicale suddiviso in ventitré episodi.
I capitoli, come le voci di un dizionario, sono a sé stanti, e il libro si potrebbe leggere anche a ritroso, senza per questo comprometterne il fine ultimo, che è quello di stimolare nel lettore la curiosità e insieme la determinazione ad abbandonare la diffidenza verso argomenti che nel comune sentire possono apparire riservati agli specialisti del settore.
Gabriele Raspanti, violinista bolognese, è laureato in lettere classiche e si dedica alla divulgazione della cultura musicale nelle sue relazioni con letteratura e arti figurative. Come musicista, ha vinto il primo premio assoluto al Concorso Internazionale di Musica Città di Stresa e il Concorso Internazionale di Musica da Camera “J. Brahms” di Amburgo.
Nel 2002 fonda l’ensemble Harmonicus Concentus per la diffusione del repertorio barocco.
È docente di violino e quartetto al Conservatorio Bruno Maderna di Cesena.
Collana Talia
pp. 152
14 x 21 cm
€ 14,00
ISBN 9788896988909
Feliciano Casanova de Marco
Mirrorball
New York, fine anni ’70. È l’era della disco music, nel suo momento di massimo fulgore. Le scarse prospettive offerte dalla quotidianità spingono molte persone verso un’unica, comune direzione: stare insieme, ballare, divertirsi.
Attorno alla discoteca “Heaven Garage” si intrecciano diverse storie evocate da chi, all’interno di una discoteca, gode di un punto di osservazione privilegiato: la mirrorball, ossia la sfera rotante rivestita di specchi, simbolo dell’era disco, che dall’alto tutto vede, tutto considera e tutto comprende. Il suo sguardo lucido e spietato analizza i risvolti di ogni situazione, cogliendo ciò che sfugge allo sguardo dei singoli personaggi e tra le mille luci trovano posto riflessioni passando attraverso sermoni, fiabe, recensioni di dischi.
La musica su tutto: il titolo di ogni capitolo/racconto è anche il titolo di un classico della disco music, a voler omaggiare un genere musicale tra i più bistrattati di sempre, tanto da essere considerato da gran parte della critica il più tradizionale, conformista e male invecchiato in assoluto da circa 40 anni a questa parte.
Feliciano Casanova de Marco si laurea in Scienze per la Formazione dell’infanzia e della preadolescenza, e successivamente consegue la Laurea Magistrale in Teorie e metodologie dell’E-Learning e della Media Education, sempre all’Università degli Studi di Padova.
Attualmente è docente di scuola elementare.
Nel 2015 si è classificato al primo posto al Premio di narrativa “Giuliana Pellegrini” di Gemona del Friuli (UD).
Ha pubblicato il romanzo Diario di una pausa, secondo classificato al Premio Lorenzo da Ponte 2017.
Valentina Confuorto
Un anno col dolcista
Da Napoli, con leggerezza e curiosità, India arriva a Padova per studiare Psicologia. Dopo pochi giorni in ostello ha già trovato una bici e una casa.
La prima occasione di socializzazione è un concerto pre-diploma di un ragazzo padovano, Giotto, incredibilmente dotato nel suonare il flauto dolce. Il concerto è doverosamente seguito da spritz per tutti. Inizia così la scoperta del mondo della musica antica da un lato e di quello dei musicisti dall’altro. Piano piano arriverà a scoprire le tradizioni venete anche se vedere il Vesuvio che si allontana durante il viaggio di ritorno a Padova dopo le feste di Natale trascorse a Napoli, la farà scoppiare a piangere.
La sua relazione con Giotto presenta alti e bassi tra gli impegni musicali di lui e l’atteggiamento poco disponibile della ‘suocera’.
A un certo momento Giotto non si farà più vivo, né con lei, né con gli altri amici, e questo suo silenzio la destabilizzerà completamente.
Il fumo, l’alcol, il sesso promiscuo non aiutano a cancellare il dolore del distacco, del ripudio, del silenzio imposto. Come risalire la china?
Valentina Confuorto è musicista e autrice. Diplomata in flauto dolce sotto la guida di Sergio Balestracci, ha poi suonato in formazioni cameristiche e orchestrali. Laureata con lode in Musicologia a Padova, ha pubblicato la tesi con il titolo Il Don Giovanni di Mozart in Germania: Rochlitz traduce Da Ponte (De Sono-EDT 2013).
Ha pubblicato inoltre poesie e racconti in antologie e riviste. Da alcuni anni scrive per il teatro; le sue opere sono andate in scena al Palazzo Ducale di Venezia e al Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di Milano.
Ottavio Costa
Canto breve
Nel 1989, dalla ristrutturazione di un’antica casa nobiliare in Pozzuoli, si rinvenne un carteggio di Giovanni Battista Pergolesi fino ad allora sconosciuto, grazie al quale fu possibile una ricostruzione biografica delle vicende del musicista.
L’espediente di dichiarare il ritrovamento di un non meglio identificato manoscritto o carteggio permette all’autore di giocare sull’ambiguità dell’antinomia Vero-Verisimile, ovvero di oscillare fra l’essere il suo lavoro un componimento di fantasia, seppure documentato, e l’essere una cronaca fedele dei “fatti”. Ne consegue che il risultato non disdegna di proporsi ai suoi lettori come documento storico se non reale almeno realistico, almeno verisimile.
Questo lavoro è un omaggio al grande musicista, singolarmente dotato, nonostante le tragedie della propria vita o forse proprio per quelle, della capacità di divertire e commuovere, vera essenza dell’arte.
Ottavio Costa è architetto. Ha realizzato per la RAI come autore e regista televisivo svariati audiovisivi sui temi dei beni culturali e paesaggistici della Campania. Fondò con Renato Carpentieri nel 1976 la Cooperativa Teatro dei Mutamenti, confluita poi, insieme al Teatro Studio di Caserta di Tony Servillo, nei Teatri Uniti di Mario Martone. Ha dedicato quarant’anni alla radiofonia RAI e come attore radiofonico ha contribuito alla realizzazione di migliaia di ore di trasmissione. Recentemente è stato impegnato nello Stabat Mater del Maestro De Simone.